La Chiamata alla Vita Monastica


"Tu mi hai sedotto, Signore, ed io mi sono lasciato sedurre" (Ger 20, 7)
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I MONACI BASILIANI

 

San Basilio il Grande (330 ca. – 379), Padre della Chiesa Orientale, prima della sua nomina ad arcivescovo di Cesarea di Cappadocia, visse un’esperienza monastica durante la quale scrisse alcune opere ascetiche che riunì poi in due raccolte: Regole lunghe e Regole brevi.


Secondo S. Basilio la vita cenobitica deve fondarsi sui principi spirituali congiunti di obbedienza all’Abate e di carità che deve legare fra loro i monaci. I suoi precetti esercitarono una grande influenza su tutto il monachesimo dell’Oriente cristiano. Oltre che agli insegnamenti di S. Basilio, la spiritualità monastica Bizantina presente in Italia si ispira anche ad altre esperienze, dai Padri del Deserto a S. Teodoro Studita, Igumeno del celebre monastero di Stoudios a Costantinopoli.


Agli inizi del XIII secolo la Chiesa di Roma, che con la conquista dell’Italia meridionale da parte dei Normanni aveva ripreso la giurisdizione ecclesiastica su quel territorio, cominciò a definire tutti i monaci bizantini come seguaci di S. Basilio, chiamandoli Monaci Basiliani.


Fu questo l’inizio di un processo che nel 1579, con la Costituzione Benedictus Dominus di Papa Gregorio XIII, portò alla fondazione della Congregazione dei Monaci Basiliani. Il monachesimo bizantino presente in Italia riceveva così il fondamento giuridico di “Ordine” e gli abati dei singoli cenobi, non più autonomi, furono posti sotto la direzione di un Abate Generale.


PERCHÈ ESSERE MONACO BASILIANO?

 

Quando la voce di Dio si fa sentire e noi diciamo il nostro "Eccomi" all’Unico che chiama le stelle per nome, ha inizio un processo di morte e di resurrezione nella nostra vita e diventiamo "diversi", perchè veniamo direttamente coinvolti nel piano di Dio.

 

Ogni creatura umana, per il fatto stesso che viene alla luce, è “chiamata” dalla bontà di Dio a diventare membro prezioso e insostituibile del Corpo di Gesù Cristo e a godere della piena adozione a figlio di Dio. Tra i battezzati, il Signore ne chiama alcuni a seguirlo più direttamente, consacrando a Lui tutta la loro vita: è questa, fin dai primissimi secoli della storia della Chiesa cristiana, la caratteristica specifica del monaco.


Il Typikòn (Santa Regola) del nostro monastero così dice:

 

«...Tra i discepoli, che sono nel mondo ma non del mondo, il monaco è colui che, rispondendo all'appello di Dio che lo chiama alla sequela nella solitudine del deserto per parlare al suo cuore, dà testimonianza, con l'offerta indivisa di tutta la vita, di un amore segnato in modo speciale dall'attesa escatologica e dalla speranza che lo nutre nella fede. La vita del monaco è perciò angelica, come tutta la tradizione patristica e liturgica proclama, appunto perché, come l'angelo, egli si pone, nella docilità allo Spirito, pur pienamente consapevole di tutte le sue debolezze e miserie, al totale servizio di Dio.


 

La vita monastica è pertanto la vita cristiana realizzata nella sua radicalità rinunciando alle realtà creaturali, pur positive, nella povertà, nell'obbedienza, nella castità. Il segno particolare del Monaco è la preghiera, elevata dal cuore mosso dallo Spirito, in risposta alla Parola accolta, meditata, “ruminata”; l'esigenza costante della conversione; la purificazione del cuore: il combattimento contro i “pensieri cattivi”, l'umiltà, l'obbedienza, la povertà, la castità, la meditazione della precarietà della vita, la compunzione, la rinuncia all'egoistico amore di sé, il dolore per i peccati commessi e le lacrime che lo accompagnano. La vita monastica è pertanto la vita cristiana realizzata nella sua radicalità, non come una condizione a parte, propria di una categoria di cristiani, ma in particolare come punto di riferimento per tutti i battezzati».


Per grazia di Dio ci siamo riuniti insieme, nel nome del Signore, noi che ci siamo proposti un unico e medesimo fine: la vita vissuta nella pietà”
San Basilio il Grande



“Il monaco ha di mira solo Dio, ha desiderio solo di Dio, si occupa solo di Dio, intende servire solo Dio e, vivendo in pace con Dio, diviene causa di pace per gli altri”

San Teodoro Studita



“Il monaco è un angelo e la sua opera è misericordia, pace e sacrificio di lode”
San Nilo da Rossano, il fondatore


Proposta di storie bibliche per il discernimento vocazionale


Dio agisce in primo luogo, invitando, chiedendo, spesso molto tranquillamente, talvolta direttamente. La Chiamata esige una risposta.


Abramo:   Genesi 12, 1-9


Samuele: 1Samuele 3, 1-21


Geremia: Geremia 1, 4-10


Maria: Luca 1, 26-38


Il giovane ricco: Marco 10, 17-22


Pietro: Giovanni 21, 15-19


La nostra vita ascetica si basa sull'osservanza integrale del Santo Vangelo nella spiritualità dei Santi Padri greci Basilio il grande, Teodoro Studita, Massimo il Confessore, Giovanni Climaco, a noi trasmessa in modo speciale dai nostri santi fondatori Nilo e Bartolomeo.

 

Le giornate sono scandite dalle celebrazioni liturgiche e dagli impegni di lavoro, manuale o intellettuale, di ciascun monaco. Si cerca di facilitare a ciascuno la realizzazione del personale piano divino tenendo conto delle qualità innate, attrattive spirituali e resistenza fisica, sempre nell'obbedienza ai superiori e alla tradizione monastica.

 

Se nel tuo cuore senti l’invito di Gesù a seguirlo più intimamente,

rispondigli generosamente col tuo: “Eccomi!”.

La vita monastica Basiliana è una vita di totale consacrazione a Dio,

nell’apertura alle necessità dei fratelli, per il bene della Chiesa, dell’intera umanità.


Non temere le difficoltà che credi di poter incontrare,

ma con coraggio vieni a stare un po’ di tempo con noi.


Dio ti chiama!

La Chiesa ha bisogno di te

Contattaci, “Vieni e Vedi!”


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